Il Sermig: un sogno lungo 55 anni

articolo scritto dal prof. Robert

Personale scolastico

È sempre difficile iniziare a scrivere qualcosa, tanto più se riguarda il Sermig. Eppure, quando la preside del nostro liceo mi ha chiesto di scrivere due righe sul 55mo anniversario di questa associazione, non potevo dire di no: in prima battuta perché mi sembra il minimo, dopo che per due volte ha reso possibile la partecipazione delle nostre classi all’appuntamento mondiale di maggio e a questa ricorrenza del 10 dicembre; in secondo luogo perché – probabilmente – chi sta leggendo questo articolo non ha mai sentito nominare questa realtà che merita di essere conosciuta. E qui nascono le difficoltà: cos’è il Sermig? Prima l’ho definito «associazione» ma non è un’associazione. È un gruppo di volontari? È un monastero metropolitano? È un’esperienza? È un sogno di Dio, per usare un’espressione di Ernesto Olivero, il fondatore? Non so cosa sia e per sua stessa ammissione non lo sa nemmeno lui. Il «Servizio Missionario Giovani» nasce a Torino nel 1964 grazie a un gruppo di ragazzi che aveva un obiettivo semplice quanto ambizioso e irrealizzabile: sconfiggere la fame nel mondo. Gli anni passano e questo sogno, grazie all’entusiasmo e alla fede-fiducia dei volontari, cresce a dismisura: ristrutturano un vecchio arsenale usato per produrre le armi della prima guerra mondiale e lo trasformano in un Arsenale della pace, ne aprono uno in Brasile e uno in Giordania, attirano a sé migliaia di volontari e professionisti che a titolo gratuito e pagandosi completamente le spese offrono il loro tempo per visite mediche, attività scolastiche, assistenza ai bambini, distribuzione di pasti, notti di ospitalità, accoglienza e reinserimento nel mondo del lavoro, ascolto e molti altri progetti quali l’Università del dialogo, scuole di musica e di restauro e uno spazio dedicato ai bambini chiamato Felicizia. Chi volesse farsi un’idea un po’ più precisa può leggere il libro «Dio non guarda l’orologio»: è una raccolta di brevi storie di incontri, da Pertini a Wojtyla fino al senzatetto che bussa alla porta dell’Arsenale per lasciare metà dei soldi che ha in tasca. Un filo rosso collega tutte queste storie: una passione senza limiti per l’umano, per il servizio al prossimo, per aiutare uomini e donne a essere veramente se stessi. «Sapeste quante donne e quanti uomini sono venuti morti – ha detto oggi Olivero – quante donne e uomini sono venuti violentati: li abbiamo accolti con amore. Li abbiamo accolti con una passione che solo qualcuno dall’alto ci poteva dare. E sono risorti! Abbiamo detto: entra un problema ed esce un uomo, entra un problema ed esce una donna a pieno titolo».

L’appuntamento di oggi è stato anche l’occasione per «dare i numeri». Il Sermig ha innescato un circolo virtuoso analizzato dalla facoltà di Economia di Torino le cui cifre sono impressionanti: un valore economico superiore al miliardo di euro, un effetto moltiplicatore per un importo superiore ai quattro miliardi, un risparmio sulle casse pubbliche di circa sei miliardi, 27.000.000 di ore di volontariato, 3.680 interventi umanitari e progetti di sviluppo per 155 nazioni, 8.850 tonnellate di medicinali, alimenti e vestiti raccolte, 476.000 visite mediche gratuite, 16.700.000 notti di ospitalità, 26.800.000 pasti distribuiti. Numeri impressionanti, confermati dall’università di Torino: dal 1983 l’aumento è stato dell’ordine del 42.000%. Quarantaduemila, non quarantadue. Il tutto nel segno della gratuità: un vero e proprio unicum, tant’è che l’anno prossimo verrà pubblicato l’esito di questo studio economico che ha quantificato questo effetto moltiplicatore. Non a caso era presente anche Mario Draghi. Il Sermig è l’esempio lampante di come economia e solidarietà possono andare d’accordo e quando questo succede si innesca un circolo virtuoso che può e deve essere preso a modello dalle istituzioni. L’economia, come ha ricordato Mattarella, nasce in origine come branca della filosofia morale: è estremamente significativo che in un mondo dove l’economia viene spesso identificata con la politica finanziaria votata al profitto esista una realtà dove al centro c’è il bene della persona in un’ottica circolare basata sul dono di sé, del materiale e del tempo stesso. A tal proposito il saggio sul dono di Mauss è molto interessante poiché restituisce alla logica dello scambio una dimensione radicalmente umana. E il Sermig – dati alla mano – è riuscito ad attivare un meccanismo autosostenibile con un elevato effetto moltiplicatore che pone al centro l’uomo, i suoi bisogni e l’incontro tra due libertà.

Vorrei fermarmi qui perché le cose da dire sono veramente moltissime. La nostra scuola l’11 maggio ha presentato il suo punto di pace, altre classi hanno partecipato ai dialoghi in città e all’appuntamento vero e proprio del pomeriggio; un altro gruppo era presente qualche settimana fa al Polaresco insieme al Sermig di Bonate (sì, abbiamo un piccolo distaccamento anche qui in provincia!) e oggi sei studentesse erano a Torino per questo importante appuntamento con Olivero e Mattarella. Direi che ce n’è abbastanza per andarne fieri e per continuare in quest’ottica di interesse e di collaborazione… tanto più che a breve ci saranno delle novità! Grazie!

 

Andrea Robert